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Si pensa a due e si apre il mondo. Il tutto è sempre qualcosa di diverso e di più rispetto alla somma delle parti e questo vale a partire da due, la forma minima che apre alla molteplicità. Se da zero a uno, infatti, c'è nascita, creazione, emergenza, da uno a due c'è rottura, movimento e quindi vita: le dinamiche si fanno infinite e imprevedibili. Nel suo tredicesimo numero Multiverso si sofferma su queste combinazioni indagando cosa succede se nella dualità prevale la competizione o la cooperazione.